40, LA CAPITALIZZAZIONE DEI DIFETTI.
A un certo punto dev’esserci stato qualcosa, una spruzzata di uno spray, una pasticca sbagliata, non so, ma l’orizzonte di volgarità che si è aperto ora è peggio di un’allucinazione: si capitalizzano i difetti! Te li cerchi, te li trovi (perché te li trovi…) e ne fai un repertorio che mandi in replica all’infinito. Una specie di finanza dell’ego, quando prima, invece, te li lavoravi dentro, li smontavi e ti presentavi al mondo con un prodotto – cioè tu – almeno dignitoso. Niente, saltato il contratto del pudore, funzioniamo come le macchine: solo produzione, catena di montaggio e vendita, soprattutto vendita. Il collaudo lo fa chi acquista.