In previsione del 4 marzo, una speranza.
[…] e il mio ringraziamento particolare va a chi ha studiato giurisprudenza, agli avvocati, per aver dato la possibilità di comprendere che la difesa e il cavillo sarebbero stati il nostro unico orizzonte futuro;
a chi ha studiato economia, per aver fatto capire che si poteva restar bambini, aver con sé un quaderno a quadretti per dirigere il mondo e giocare anche con quella lì, l’economia;
ai borghesi di seconda generazione, per aver così dimenticato il percorso fatto per arrivare fin là, che ora ti spiegano una galassia che riprende sorprendentemente le greche del loro pianerottolo;
e quindi ai figli dei borghesi di seconda generazione, ai nipoti forti, per aver fatto capire a noi che il tempo che avevamo speso in lavoro e in credibilità – con cui pensavamo di doverci vestire per presentarci in società – era tempo perso, e che sarebbe bastata la corsia d’emergenza;
ai fuoriusciti, evidentemente, dagli studi di psicanalisti e chirurghi plastici (tutti con lo stesso volto), per aver strillato al mondo che io esiste, invece di tenerlo in tasca e usarlo soltanto nelle migliori occasioni;
a chi è pieno di difetti, per aver mostrato come giustificarli sempre e come ricavarne un portafoglio da spendere, in ufficio, in politica, al bar;
e quindi ai vitalizi, per l’esempio;
ai capitalisti culturali, per aver rivenduto subito quanto studiato prima di digerirlo;
infine, alle pippe umane, per aver parlato, parlato, parlato e aver imparato all’universo finalmente come si vive.
Grazie. Di cuore.
Ma a questo punto, sigla!