Quei 68mq di universo [Chapter 1]

Come anche un colore, un pigmento possa cambiare la storia del mondo, la conta del tempo, e che quindi, a quel punto, non sìllabi più un viale aritmetico e precipiti invece nell’ultimo bar di mattine e caffè interrompendo il tuo passo, riversandoti addosso coloro che dietro seguivano, no, non è più complesso. Da capire – dico – non è più complesso…

Lo avevamo compreso leggendo la foto che portava l’autòcroma data del 3. Anzi – mi sbaglio – dieci anni di più, di Mervyn O’Gorman e Christina Bevan.

Pensate se invece aveste trovato un telegramma sospeso negli anni:

fotografato prima volta senso della vita stop attraverso sofisticatissime lenti stop quelle del conseguimento e dei rinnovi di ciò che si dice patente stop nonché del coefficiente di legislatura +1, ecco straordinaria immagine da un pianeta chissà dove, ché da vicino non si sarebbe potuto vedere stop no, non sarebbe per presbiti il senso della vita, dichiara il responsabile stop.

No, non è niente da ridere…

Oppure un’altra scoperta:

e lontani apparivano i tempi dell’universo poche ore dopo la nascita in questo celebre scatto di un Big Bang che poi defunse in povertà, quando l’era del gas terminò per cedere il posto a immensi laghi di ammoniaca profumata – la mostra, vai a vederla…

Ecco, in quale vertigine avremmo potuto abitare è cosa che chiedo. A precipizio, da un punto lì in alto verso il fondo per un’immagine finalmente chiara.

 

[Ph. Francesca ‘Franny’ Thiery, Concerti da Tavolo]

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